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Posted by on Lug 15, 2018 in Approfondimenti | 0 comments

Scheggino: la festa delle donne

Scheggino: la festa delle donne

 

Correva l’anno 1522, l’Italia era attraversata in lungo e in largo da eserciti e compagnie di ventura che devastavano ogni borgo incontrato, lasciando una lunga scia di fuoco e sangue dietro di loro (il sacco di Roma del 1527 è un chiaro esempio di quale fosse la situazione) . C’era diffidenza, c’era odio, c’era intolleranza e i roghi per streghe, miscredenti (o scienziati) erano accesi di continuo. Era un periodo turbolento, dove i cambi di bandiera erano all’ordine del giorno e il paese confinante poteva assalirti senza darti il tempo di reagire.

Il duca di Spoleto governava un ampio territorio che ricadeva sulle Marche, l’Umbria e l’attuale provincia di Rieti.

La Valle del Nera, era un suo possedimento, ed era  un’importante snodo viario per il commercio e il controllo del territorio, consentiva il passaggio dal Tirreno  all’Adriatico, attraversando importanti centri religiosi come Norcia e Cascia. Una lunga via d’acqua stretta tra i monti dell’appennino che bagnava una terra fertile e ricca per abbazie e castelli che ne sfruttavano le proprietà.

Tuttavia, il pesante giogo spoletino spinse Picozzo Brancaleoni e Petrone da Vallo a ribellarsi e chiamare a se gli abitanti dei castelli di Rocchetta, di Ponte, di San Felice e Vallo, formando una banda armata con cui insorgere al giovane governatore di Spoleto Alfonso da Cardona, il quale recatosi per risolvere la questione pacificamente, fu tratto in una imboscata e trucidato.

Molti borghi e rocche della Valle si unirono alla rivolta, ma non Scheggino, paesino fortificato all’imbocco della valle e fedele al ducato dai tempi dei Longobardi.

Approfittando dell’assenza degli uomini, impegnati nei lavori di campagna per l’imminente mietitura, Picozzo Brancaleoni e Petrone da Vallo mossero le loro truppe per assediare Scheggino e aprirsi un varco verso Spoleto.

Il 23 luglio ci fu il grande assalto, centinaia di armati si versarono sotto le porte del borgo, tempestandole di colpi di roncole e asce. Gli assediati reagirono nella veste di bambini, aiutati dagli anziani, lanciando sassi e pentole mentre le donne preparavano olio bollente in calderoni posizionati sui assedianti. La battaglia durò per ore ma le mura resistettero e il tracollo dei briganti avvenne quando le donne scesero in piazza con bastoni e legni scacciando le truppe. Nessuna tattica, strategia o armatura ma solo la spinta della forza di salvare il luogo in cui erano nate e vissute. La disfatta fu si grande che Picozzo Brancaleoni e Petrone da Vallo ripiegarono sui loro passi immediatamente, non tentando più di prendere il paese coperti dalla vergogna.

E ancora oggi, a distanza di 500 anni, Scheggino festeggia le donne eroine di un piccolo borgo dell’Umbria.

 

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